Nel momento in cui ci si sposa il regime patrimoniale sarà in automatico di comunione dei beni. Ciò significa che gli acquisti effettuati successivamente al matrimonio, saranno di proprietà di entrambi al 50 %.
Mentre quelli personali, o che erano già di proprietà esclusiva di uno dei due rimangono del proprietario originario, senza condivisione con il coniuge.
Prima dell’entrata in vigore della Legge del 19 maggio 1975 n° 151/75 funzionava diversamente, dopo il matrimonio si “rimaneva” in regime patrimoniale di separazione dei beni, quindi i coniugi rimanevano ciascuno titolare esclusivo dei propri beni, compresi quelli che avevano acquistato dopo il matrimonio.
Ora invece se la coppia volesse optare per la separazione dei beni deve dichiararlo con una richiesta esplicita, tramite una convenzione stipulata da un notaio.
I beni si dividono in beni comuni o beni di titolarità esclusiva. Nel primo caso rientrano:
- i beni mobili acquistati successivamente al matrimonio, come immobili, mobili, auto, ecc;
- canoni di locazione derivanti da contratti di affitto anche se di proprietà esclusiva del singolo coniuge;
- aziende costituite dopo l’unione, anche per quelle gestite dal singolo coniuge.
Nel caso di titolarità esclusiva rientrano invece per esempio:
- gli immobili di cui il coniuge era titolare prima del matrimonio;
- i beni acquisiti per successione o donazione;
- i beni personali di ciascun coniuge e i loro accessori;
- i beni strumentali all’esercizio della professione del coniuge (come per esempio un auto aziendale o altro);
Il regime di comunione dei beni cessa nel caso in cui si manifesti la morte di uno dei due coniugi, oppure nel caso in cui ci sia separazione, divorzio, annullamento o fallimento di uno dei due coniugi.
Quali sono i pro e i contro della comunione dei beni?
L’aspetto positivo è sicuramente che in caso di separazione o divorzio, i beni che rientrano nella comunione vengono suddivisi al 50% senza il rischio che uno dei due resti senza a bocca asciutta. Di contro invece la gestione del patrimonio è molto complessa. Nel caso in cui uno dei due abbia accumulato debiti per esigenze personali, il creditore può rivalersi sui beni comuni.
I vantaggi e gli svantaggi della separazione?
La gestione patrimoniale è sicuramente più semplice. In caso di fallimento del coniuge, il patrimonio dell’altro è intoccabile. In caso di morte, il coniuge può comunque richiedere la reversibilità / eredità. In caso di divorzio o separazione ciascuno mantiene il proprio patrimonio. Entrambi possono usufruire della agevolazioni “prima casa” relativamente al proprio immobile. Inoltre possono comunque decidere di cointestarsi un immobile divenendo proprietari di uno stesso bene. Unico svantaggio, è che per cambiare regime bisogno fare esplicita richiesta.
Nel caso in cui non foste sposati ma conviventi, e volete tutelarvi maggiormente a livello patrimoniale e non, esistono dal 2016 i contratti di convivenza dove si può concordare tramite avvocato o notaio, come suddividere i beni e le spese.